In cosa consiste
L'artroscopia dell'anca è una procedura endoscopica mininvasiva che consente di trattare pazienti giovani attivi o sportivi che soffrono di coxalgia secondaria ad alcune patologie, come il conflitto (o impingement) femoro acetabolare (FAI).
L'intervento chirurgico richiede una strumentazione specifica, letti operatori adeguati (per una trazione diretta sull'arto da operare) e un apparecchio radiografico intraoperatorio (BW). Le vie d'accesso artroscopiche variano da 2 fino a 5, in base all'esperienza del chirurgo.
Durante l'artroscopia si possono eseguire diverse procedure associate in base alla problematica riscontrata: labrectomia, capsulotomia e sinoviectomia parziale, acetabuloplastica, cheiloplastica, asportazione di corpi mobili, debridement cartilagineo, microfratture secondo Steadman, biopsia sinoviale e sutura del labbro acetabolare.
Per quali patologie è consigliata
Il conflitto femoro acetabolare ha acquisito interesse negli ultimi anni perché ritenuto responsabile di lesioni articolari irreversibili, tra cui la più nota è la coxartrosi: la degenerazione cartilaginea è dovuta infatti al prolungato conflitto che si crea tra la testa del femore e l'acetabolo.
Attualmente tra i tipi di conflitto femoro acetabolare vengono riconosciuti quello PINCER, CAM e quello MISTO. Il PINCER è caratterizzato da un'alterazione della concavità acetabolare (coxa profunda) o della sua rotazione (retroversione); il CAM è rappresentato da un'alterata forma della testa femorale, che diventa ellittica anzichè sferica; in quello misto, invece, si riscontrano entrambe le precedenti anomalie.
Tra le altre indicazioni specifiche all'artroscopia dell'anca ricordiamo: le lesioni del labbro acetabolare, quelle cartilaginee o osteocondrali, la presenza di corpi mobili, sinoviti, patologie infettive, lesioni del legamento rotondo, esiti di morbo di Perthes o di epifisiolisi in età pediatrica, os acetabolaris, osteofitosi post-traumatica, calcificazioni ed ossificazioni, l'anca a scatto "interna" ed "esterna", la borsite trocanterica e le tendinopatie del medio e piccolo gluteo.
Per chi è indicata
Si considera candidato all'intervento di artroscopia dell'anca:
- un paziente giovane, attivo, che soffre di dolore costante che ne ostacola le attività quotidiane (es. vestirsi, camminare, salire e scendere le scale, guidare), lavorative o sportive
- chi ha un'articolazione molto rigida o con episodi ricorrenti di blocco articolare che determinano zoppia durante il cammino, costringendolo a minimi spostamenti.
Il protocollo riabilitativo
Il paziente viene sottoposto ad una precoce mobilizzazione attiva e passiva (Kinetec) dell'anca operata e può stare seduto a letto. In maniera graduale viene educato dai fisioterapisti ad una deambulazione assistita con ausili e bastoni antibrachiali; una volta dimesso, pertanto, è in grado di camminare autonomamente, fare le scale con appoggi, stare seduto ed alzarsi da solo per andare in bagno.
Il programma di riabilitazione prosegue ambulatorialmente con regolare e costante fisiokinesiterapia "a secco" e in piscina riabilitativa per il rinforzo del quadricipite della coscia e dei glutei, e con regolari esercizi di stretching e allungamento degli adduttori e dei flessori.
Il ritorno all'attività sportiva è possibile solo a seguito di un completo recupero riabilitativo, con il consiglio di cominciare da quelle a basso impatto (nuoto e bicicletta).