L’esame clinico e lo studio delle immagini radiografiche e della risonanza magnetica non hanno lasciato dubbi al dottor Paolo Razzaboni, specialista in chirurgia protesica e mininvasiva d’anca: degenerazione dell’articolazione dell’anca effetto di un conflitto femoro-acetabolare (FAI) bilaterale. Questo il quadro diagnostico che, a soli 46 anni, ha portato un giovane sportivo ad arrendersi al dolore e alla ridotta funzionalità articolare provocate da una coxartrosi precoce.
L’età del paziente, il suo quadro generale e le sue alte richieste funzionali sono i principali elementi che hanno suggerito al dottor Razzaboni l’opportunità di una sostituzione protesica bilaterale, una soluzione che mira a recuperare una piena mobilità delle anche.
L’intervento è stato affrontato, inserendo le protesi contemporaneamente in entrambe le anche. Con l’accesso chirurgico per via anteriore diretta infatti, il ridotto impatto sul paziente (grazie al risparmio osseo e dei tessuti) consente di affrontare con sicurezza la duplice sostituzione in un’unica seduta chirurgica. Questa scelta inoltre, permette di avviare nell’immediato post-operatorio il programma di riabilitazione e di accelerare i tempi complessivi di recupero, che sarebbero stati differiti se si fosse proceduto con due operazioni separate.
A 14 giorni dall’intervento, il paziente ha mostrato di avere riacquisito completamente il cammino, senza l’ausilio di stampelle.